E' in' autobiografia divertente, piena di
autoironia, la cui lettura suscita un moto di simpatia e complicità verso il nostro autore.
Nella
sua autobiografia composta dal 1790 al 1803 e
pubblicata postuma, Vittorio Alfieri punta a descrivere
il suo cambiamento interiore più che gli
avvenimenti della sua vita. Da queste descrizioni viene fuori un uomo di forti sentimenti, desideroso di libertà, ribelle,
inquieto, mai del tutto pacificato con se stesso e con la società
contemporanea, un tipo di uomo che assomiglia a certi eroi delle sue stesse tragedie.
L'opera non è quindi importante solo come informazione per la biografia dell'Alfieri, ma come testimonianza di un nuovo modo di sentire e vivere, più di stampo Romantico che Illuminista: infatti invece della razionale consapevolezza tipica del 1700, Alfieri esalta un sentire intenso, tristezze e forti inquietudini esistenziali.
"Vita scritta da esso stesso"" sorprende soprattutto chi
dell'Alfieri ha solo una lontana conoscenza scolastica.L'opera non è quindi importante solo come informazione per la biografia dell'Alfieri, ma come testimonianza di un nuovo modo di sentire e vivere, più di stampo Romantico che Illuminista: infatti invece della razionale consapevolezza tipica del 1700, Alfieri esalta un sentire intenso, tristezze e forti inquietudini esistenziali.
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